Massimo Emanuelli e Diego Catania dell'Ordine TSRM e PSTRP di Milano-Como-Lecco-Lodi-Monza Brianza-Sondrio, nell'ambito dell'iniziativa "Viaggio nelle professioni sanitarie" intervistano Giuliana Bodini, presidente di AsNAS Sez. Lombardia.

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Emanuelli: Chi siete, di cosa vi occupate e quali difficoltà incontrate con il servizio sanitario regionale e nazionale?
Bodini: Siamo dei professionisti sanitari che si occupano essenzialmente di prevenzione, promozione ed educazione alla salute. Il nostro campo di attività è definito dal profilo professionale individuato dal Ministero della Salute che ci attribuisce competenze per questi settori che ho prima citato. Quella di assistente sanitario è una figura presente nel nostro Paese fin dal 1920 e, da allora, abbiamo acquisito molta esperienza in questi campi che ci vedono vicino al cittadino nella vita quotidiana per aiutare le persone a mantenersi in salute, recuperare la salute e potenziare la propria salute attraverso tecniche e strumenti che vengono acquisiti all'interno di un percorso di laurea triennale. Un percorso formativo interdisciplinare che vede il contributo di discipline come la pedagogia, la psicologia, la sociologia, l'igiene generale e la medicina sociale. Queste discipline aiutano a potenziare quelli che sono gli strumenti tipici della professione.
All'interno del panorama nazionale, la nostra figura è distribuita piuttosto a macchia di leopardo: è ben presente in regione Lombardia, si sta potenziando in Veneto, la si trova soprattutto in quelle regioni che hanno delle politiche di prevenzione puntuali e avanzate, mentre non è presente soprattutto in quelle regioni dove ci sono problemi di bilancio e di utilizzo non sempre appropriato delle risorse. Questo perché gli assistenti sanitari danno uno specifico contributo su questo versante: siamo deputati all'analisi della domanda di salute, all'analisi dei bisogni dei cittadini e dovremmo cercare di far corrispondere l'organizzazione ai bisogni, quindi di fare incontrare domanda ed offerta. Sappiamo che la prevenzione ha bisogno di interventi formativi ed educativi sui cittadini, è facile pensare che sia sufficiente dare alcune informazioni. Oggi invece assistiamo a una situazione in cui la popolazione è coperta dalle informazioni: sono eccessive e disordinate. E' necessario individuare dei punti di riferimento per le persone, per aiutare a elaborare queste informazioni, per aiutare il cittadino ad utilizzare queste informazioni.
Una punta dell'iceberg la possiamo trovare nell'esempio delle vaccinazioni che sono così tanto propagandate ma che faticano a prendere piede e che hanno visto abbassarsi moltissimo le coperture negli ultimi tempi. In regione Lombardia - noi siamo fortunati perché è una regione abbastanza sensibile alla nostra professione - stiamo lavorando perché ci sia un utilizzo appropriato della figura, perché si vada ad individuare assistenti sanitari da dedicare alle attività che richiedono una formazione specifica su questo campo.

Catania: Visto che ormai abbiamo una sola casa comune, quali difficoltà -se ve ne sono - state incontrando in questo momento? E soprattutto, vedete all'interno della costituzione di questo ordine, che è un ambiente multiprofessionale, dei vantaggi per per la vostra professione?
Bodini: Intanto, direi che le difficoltà sono difficoltà compatibili con un trasloco, perché noi evidentemente avevamo un albo dal 1954 gestito dall'IPASVI in passato. Oggi, la gestione del nostro albo è affidata a questo nuovo ordine che è nato e quindi il trasloco richiede una riorganizzazione che sta avvenendo in una collaborazione molto precisa con i tecnici sanitari di radiologia medica e con il loro Ordine che è stato deputato dal Ministero della Salute a governare questo passaggio.
Secondo me, l'Ordine è una grande risorsa per le nostre professioni. Rappresenta il punto di arrivo di un percorso iniziato molti anni fa e che ha visto con la legge 42/1999 il codice deontologico come terzo polo del campo di attività e di responsabilità. Da qui la necessità di approdare a questo punto perché tutta la parte legata alla deontologia e alla tutela della professione e alla formazione di questo operatore, il controllo degli operatori sanitari, è ovviamente materia che compete all'ordine professionale.
Il fatto di trovarci in una casa - l'ordine nuovo - che vede così tante professioni apparentemente può sembrare una difficoltà. Credo che sia una difficoltà soprattutto in questi primi tempi in cui dobbiamo trovare un'organizzazione che consente a ciascuna professione di esprimere la propria specificità e trovare delle regole interne per una convivenza serena e produttiva.
A noi assistenti sanitari, piace molto pensare di stare insieme a tutte queste professioni perché la multidisciplinarietà, il lavorare in gruppo con le altre professioni, è nel nostro DNA: l'abbiamo sempre fatto. Siamo per una organizzazione orizzontale del lavoro dove ciascuna professione interpreti la sua posizione nella maniera più appropriata. Crediamo che ciascuna professione abbia un contributo importantissimo da dare nella risoluzione dei problemi che incontriamo a livello professionale. Ci sono autorevoli autori che sottolineano come il compito che ci troviamo ad affrontare oggi, quello di lavorare in promozione della salute e in prevenzione, sia piuttosto complicato. Questi autori ci dicono che la maggior disomogeneità degli attori che intervengono, che portano quindi dei contributi specifici e peculiari, consentono un migliore raggiungimento del compito.
Quindi noi contiamo di poter scrivere una storia molto interessante insieme a tutte queste professioni.