Susanna Fongarolli, Socia AsNAS (iscritta nella Sezione di Bolzano) e Assistente sanitaria presso l’Unità Sorveglianza Epidemiologica dell’Azienda Sanitaria dell’Alto Adige, da 20 anni si occupa di educazione socio-affettiva e sessuale. Ne ha parlato in un'intervista con Stefania Cosimi per BZ news 24, che riportiamo di seguito integralmente.

 

Il progetto di Sabes per le scuole, che coinvolge l’educazione socio-affettiva e sessuale, si svolge in due momenti specifici. Il primo approccio avviene in quinta elementare, quando ai bambini si parla, nel corso di tre incontri, dei cambiamenti che stanno per vivere o che sentono già, riguardanti le emozioni, i sentimenti ed il proprio corpo. In terza media poi il discorso viene ripreso ed approfondito insieme alle ostetriche dei distretti, incentrato, questa volta, su screening, prevenzione e contraccezione.

LA PORNOGRAFIA ENTRA GIA’ ALLE ELEMENTARI

Come accolgono i bambini della scuola primaria questi approfondimenti? Sono meravigliati da qualcosa che ancora non conoscono? “In realtà i ragazzini di quest’età hanno già un’idea dell’argomento. A volte, purtroppo, è una distorsione della realtà determinata dal fatto che già intorno ai 10 anni alcuni di loro sono già entrati in contatto con il sesso per il tramite della pornografia. Visto che il contatto con la sfera sessuale è anticipata e non nel modo migliore, è particolarmente importante che negli incontri a scuola si insista molto sui concetti di rispetto della volontà altrui e di consenso.” 

Uno dei temi trattati in aula, alla presenza anche dei maschietti, è quello delle mestruazioni. Si parte dall’anatomia e fisiologia degli apparati genitali per poi mostrare una scatola che contiene assorbenti e tamponi di cui viene spiegato l’utilizzo, e si conclude con un importante passaggio sull’igiene intima.

IL TEMA DELLE MESTRUAZIONI

Nonostante la buona volontà, è improbabile che un’ora di lezione sia sufficiente ad abbattere un taboo vecchio di millenni e diffusissimo in tutte le società, che ha concorso alla diffusione di ogni genere di errata stramberia: dal divieto di fare il bagno con le mestruazioni, al fatto che toccare un qualsiasi oggetto in presenza del flusso mestruale portasse sfortuna.

Come facciamo, allora, a raccontare le mestruazioni senza cadere nel tranello dell’aura negativa di questo evento non solo naturale, ma prezioso e foriero di nuova vita? “Un racconto più positivo, o perlomeno neutro, delle mestruazioni dovrebbe partire da noi, come individui e come società. Persino la pubblicità mostra la donna con il flusso mestruale molto nervosa, sofferente ed arrabbiata. C’è anche un aspetto di disagio naturalmente, ma che nella maggior parte dei casi possiamo superare con un po’ di aiuto. Alla prima mestruazione andrebbe fatta una festa, perché significa che il corpo funziona!”

MESTRUAZIONI PIU’ PRECOCI ED ALTRE TRAFORMAZIONI

In 20 anni di contatto con bambini ed adolescenti attraverso corsi e progetti scolastici, Fongarolli è stata testimone di moltissime trasformazioni. Le più rilevanti di oggi?
“Quello che è cambiato a livello fisico negli ultimi anni è che le bambine spesso hanno il menarca (la prima mestruazione, ndr) in anticipo rispetto al passato, anche già a 8-9 anni. Questa anticipazione pare sia dovuta all’alimentazione, ma può anche ricercarsi in fattori genetici. Come dicevo anche il contatto con il sesso –e attraverso strumenti deteriori come la pornografia- è più precoce. La società in generale si è evoluta ed è molto più composita rispetto a qualche anno fa. Ciò ci pone in contatto con situazioni agli antipodi: da una parte c’è il tema dell’identità di genere, che emerge sempre di più tra i ragazzi, dall’altra abbiamo famiglie che provengono da altri paesi dove il ruolo dell’uomo e della donna sono ancora molto rigidi e distinti tra loro.”

Secondo il parere dell’esperta, è importante che ci sia un supporto esterno che sostenga la famiglia nel dialogo sul sesso, sul corpo e sulle emozioni. Semplicemente, spesso è più facile – sia per i genitori che per i ragazzi – rivolgersi ad un estraneo per sviscerare le proprie curiosità su questi temi. Fondamentale che questa persona sia preparata e che dia una visione realistica e veritiera delle trasformazioni che i ragazzi vivranno.

UN LIBRO PER SPIEGARE IL SESSO AI BAMBINI

E se i nostri figli non aspettassero la quinta elementare per porre le prime, fondamentali domande sulla sessualità, come dovremmo rispondere?

“E’ importante parlare sempre di un atto d’amore e della voglia che hanno due persone che si amano, di creare una famiglia. Per dare una spiegazione anche fisica dell’amore, ci sono dei bellissimi libri illustrati che possono aiutare molto. Io consiglio di andare a cercarli nelle biblioteche – non per niente sono tra i volumi che più vengono presi in prestito- e di scegliere quello con il quale ci si sente maggiormente a proprio agio. Non bisogna per forza aspettare: ci sono albi adatti a bimbi di 3, 6 anni. E poi più che avere una risposta preconfezionata bisogna lasciarsi guidare nel racconto in base alla curiosità del bambino.”

 

Fonte: BZ news 24

 

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