E' stato pubblicato sul notiziario dell’Iss volume 29 numero 10 il "Rapporto annuale sulla legionellosi in Italia nel 2015".
Nel rapporto sono analizzati i dati relativi ai casi di legionellosi diagnosticati e notificati al Registro Nazionale della Legionellosi nel 2015. Complessivamente, sono pervenute all’Istituto Superiore di Sanità 1.569 schede di sorveglianza relative ad altrettanti casi di legionellosi; di questi, 1.548 sono casi confermati e 21 sono casi probabili.
L’incidenza è risultata pari a 25,8 casi per milione di abitanti con un gradiente Nord-Sud con valori pari a 38,9 casi per milione al Nord, 25,9 per milione al Centro e 8,5 per milione al Sud.
Il 21,2% dei soggetti riferisce un’esposizione a rischio nei  10  giorni  precedenti  l’inizio  dei  sintomi.
Dei 1.569 casi notificati, infatti, 82 (5,3%) erano stati ricoverati in  ospedale o in  clinica, 200  casi (12,7%) avevano  pernottato almeno una notte in luoghi diversi dall’abitazione abituale (alberghi, campeggi, navi, abitazioni private), 38 casi (2,4%) erano residenti in comunità chiuse, 12 casi (0,8%) avevano altri fattori di rischio.
Il test dell’antigene urinario si conferma lo strumento diagnostico più utilizzato (95,7%).
Nel 100% dei casi l’agente responsabile della patologia è stato Legionella pneumophila.
La letalità registrata per i casi comunitari e nosocomiali è pari rispettivamente al 9,5% e 44,2%.

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