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Le donne in gravidanza sono considerate una popolazione a rischio per le infezioni respiratorie virali, come le infezioni da COVID-19 (Corona Virus Disease) e l’influenza stagionale, per le possibili conseguenze sulla madre e sul feto. Per quest’ultima è raccomandato il vaccino in gravidanza all’inizio della stagione influenzale. In assenza di un vaccino contro il SARS-CoV-2, virus responsabile della COVID-19, alle donne in gravidanza e ai loro contatti sono raccomandate le comuni azioni di prevenzione primaria che prevedono l’igiene frequente e accurata delle mani e l’attenzione a evitare il contatto con soggetti malati o sospetti, secondo le raccomandazioni del Ministero della Salute e delle istituzioni internazionali. [1,2,3] Al momento non si hanno informazioni circa la suscettibilità delle donne in gravidanza alla patologia da nuovo coronavirus SARS-CoV-2. [4]

La trasmissione del virus SARS-CoV-2 avviene attraverso il contatto diretto da persona a persona, mediante le goccioline del respiro che possono trasmettersi con la saliva, la tosse o gli starnuti delle persone infette e mediante le mani contaminate (non ancora lavate) portate alla bocca, naso od occhi. [5,6] Non è noto se avvenga la trasmissione verticale, cioè dalla madre al feto, del SARS-CoV-2. Dai primi 19 casi di donne in gravidanza e neonati nati da madri con sintomatologia clinica da COVID-19 descritti in letteratura, sappiamo che il virus non è stato rilevato nel liquido amniotico o nel sangue neonatale prelevato da cordone ombelicale. Attualmente non esistono pertanto evidenze a supporto di una trasmissione verticale del virus SARS-COV-2. [7,8,9] Allo stato attuale delle conoscenze e qualora non sussistano specifiche indicazioni cliniche materne o fetali, per le donne con sospetta infezione da SARS-CoV-2 o affette da COVID-19 non sembra opportuno ricorrere elettivamente al taglio cesareo, rimanendo valide le indicazioni correnti all’espletamento del parto per via vaginale o chirurgica.

Martedì 10 febbraio la Presidente Miria De Santis e la tesoriera Giuliana Bodini sono state ricevute dal Viceministro alla Salute Sen. Pierpaolo Sileri. Presente all’incontro anche l’On.le Celeste D'Arrando che in questa Legislatura ha rappresentato una delle problematiche che riguardano la professione di Assistente Sanitario presentando un’interrogazione parlamentare.

Nel corso dell’incontro i vertici AsNAS hanno illustrato al Viceministro le principali problematiche che riguardano la professione; inoltre sono stati sollecitati concreti e opportuni interventi a sostegno della prevenzione e dell’attività degli assistenti sanitari.

Anche i professionisti afferenti alla Federazione degli Ordini dei Tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione sono in prima linea nel fronteggiare l’emergenza causata dal diffondersi in tutto il mondo dei casi di polmonite ad eziologia sconosciuta originatasi nella provincia cinese di Wuhan.

È possibile rinnovare o aderire per la prima volta all’Associazione Nazionale Assistenti Sanitari, l’unica associazione che dal 1986 è al fianco della comunità professionale degli assistenti sanitari.

Dopo aver assicurato agli assistenti sanitari e ai cittadini, una Professione ri-ordinata, è tempo di pensare al futuro. Con la consapevolezza di ciò che abbiamo fatto e di quello che ancora è necessario perseguire, intendiamo continuare l’attività associativa con una nuova mission in forma di Associazione Tecnico Scientifica (cfr. L. 24/2017 “Legge Gelli”) per portare l’esperienza degli assistenti sanitari nel campo delle Buone Pratiche e delle Linee Guida, per realizzare attività di Formazione e di Ricerca Scientifica.

Oggi la prima riunione d’insediamento della Consulta permanente delle professioni sanitarie istituita con un Decreto del Ministero della Salute dello scorso 7 gennaio.
Con il Ministro Speranza, che ha presieduto l'incontro odierno, sono stati affrontati i temi prioritari sui quali la Consulta dovrà lavorare. Tra gli argomenti discussi, la necessità di “una nuova modalità di programmazione della spesa, che superi il modello ancora vigente dei silos e dei tetti chiusi”. Si è parlato poi della “grande questione del territorio - ha fatto sapere Speranza - che è il luogo dove assumere la questione delle cronicità e che è figlia dell'inversione della piramide demografica”. E ancora: “Abbiamo ragionato insieme e a lungo sulla grande sfida della sanità digitale, per provare a portare il Servizio sanitario nazionale verso il futuro”. L'altro grande tema, connesso alla sanità digitale, riguarda la formazione degli operatori.